Con l’inizio del terzo millennio l’Adamo moderno sta vivendo una sorta d’apocalisse: guerre devastanti, la caduta di un’utopia sociale che ha sedotto per più di un secolo buona parte dell’umanità, lo sviluppo di una formidabile potenza tecnologica che progredisce senza limiti etici, catastrofi ecologiche e climatiche che mettono in dubbio la stessa sopravvivenza della specie, un’economia sempre più globalizzata tesa principalmente al soddisfacimento dei bisogni del singolo e ai beni materiali, una religione che sulle ceneri di una materialità incalzante tenta di ritrovare una fede che dia respiro all’anima delusa.
In questo panorama confuso, la coscienza collettiva sembra smarrita e compare l’idea di un Dio che sembra aver rinunciato a governare la sua stessa creazione…
Ci chiediamo se forse la salvezza non consista nel tornare a pensare come pensa la Natura e nel cogliere il profondo insegnamento che la mente non abita esclusivamente il cervello e tanto meno il solo corpo umano, bensì si manifesta nell’ambiente in cui viviamo, come coscienza delle connessioni di un ordine immanente presente nel Tutto. Quest’ordine è alla base di una vera comprensione dell’essere umano e opera attivamente nel nostro approccio psicoterapico tramite l’analogia e il simbolo. Sono questi “strumenti” del pensiero che permettono un approccio in grado di legare e comprendere la dimensione individuale e collettiva, la sofferenza del singolo, il dramma dell’umanità e del mondo tutto. L’Ecobiopsicologia si propone in questa prospettiva di recuperare il rapporto esistente fra il nostro Essere, fatto di corpo e di parola, la Natura e l’intero Universo, tramite la mediazione di un immaginario in grado di riportarci a intravedere la realtà come specchio amplificativo di una dimensione archetipica che ci sconcerta. Non si può “vedere” il mondo, la natura e l’universo se non si “sogna” ciò che si vede, perché solo quando si è in grado di cogliere queste corrispondenze analogiche, può nascere dalla profondità dell’Essere che immagina una eco della profondità del mondo. L’Ecobiopsicologia proporrà in questo Congresso la visione di una mente umana che sia figlia della vita, e non sua padrona, una mente desiderosa di comprendere la vita stessa, la natura, l’universo, una mente che ha sempre saputo domandare, ma oggi più che mai ha bisogno di imparare a sentire, ad ascoltare le risposte che la Vita stessa, la Natura e l’Universo possono suggerirle.
Diego Frigoli